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Intervista a un expat: la Germania e il tedesco

July 8, 2022 by barbara Leave a Comment

Le esperienze all’estero sono fondamentali quando si vuole imparare una lingua straniera. Spesso, però, le persone fanno fatica a partire per vari motivi: legami di lavoro, legami affettivi… e anche un po’ di paura. Per questo ho deciso di condurre una serie di interviste a italiani che vivono all’estero, per capire da vicino come funziona. Oggi ascoltiamo l’esperienza di Valentina con la Germania e con la lingua tedesca.

Quando ti sei trasferita in Germania e cosa ti ha spinta a farlo?

Allora, mi sono trasferita in Germania alla fine di ottobre 2015 dopo aver concluso i miei studi universitari. Ho sempre pensato (e sono tuttora convinta) che l’esperienza lavorativa professionale all’estero abbia un valore aggiunto molto importante nell’ambito di una carriera. La mia idea era quindi quella di intraprendere un’esperienza professionale all’estero e ho optato per la Germania per diversi motivi. Innanzitutto perché la Germania era, ed è tuttora, il Paese europeo migliore dal punto di vista economico e quindi ho pensato che fosse la destinazione più adatta per fare un’esperienza lavorativa. Il secondo motivo è la lingua tedesca, che mi ha sempre affascinata e non so spiegare il perché… Non è razionale, però è sempre stato così fin da piccola. Inoltre, avendo già conosciuto Heidelberg, dove appunto mi sono trasferita, ho capito che era la città di cui mi sono innamorata. Non parlo solo di Heidelberg dal punto di vista in generale del lavoro, ma proprio per chi vuole lavorare in ambito biologico e medico, o in ambito di ricerca scientifica. Per questi indirizzi, Heidelberg è una delle migliori destinazioni a livello europeo.

Parliamo della lingua tedesca. Quanto tempo hai impiegato a capire e farti capire?

Allora, premetto che io sono arrivata in Germania sapendo già la lingua tedesca e su carta avevo un livello C1, che è comunque un livello molto avanzato. Nonostante questo, non è stato sempre facile capire e farsi capire, perché ovviamente è un’altra cosa quando si impara la lingua a scuola oppure si fa un esame che determina il livello di conoscenza di una lingua. È molto diverso parlarla nella quotidianità. Soprattutto, ho fatto parecchio fatica in un laboratorio: non tanto a capire, quanto a farmi capire! Ci ho messo un po’ perché comunque nella zona del Baden-Württemberg, dove si trova Heidelberg, la parlata è diversa rispetto a quella della lingua “standard” che viene insegnata a scuola. Ci ho messo tanto a farmi capire anche perché la lingua tedesca presenta una struttura, cioè la struttura della frase, molto più rigida rispetto alla lingua italiana. Se in italiano le parole si possono mettere giù più o meno come si vuole, ecco in tedesco bisogna comunque rispettare delle regole precise, quindi non è così facile pensare contemporaneamente alla grammatica e a quello che si vuole dire.

Secondo la tua esperienza, qual è il modo migliore per imparare una lingua straniera come il tedesco?

Secondo me è quello di ascoltarla e parlarla, nel senso che ascoltando una lingua (quindi essendo, diciamo, immersi nelle parole di una lingua) ci si circonda delle parole in una determinata lingua e, secondo me, il nostro cervello finisce con assorbirle. Penso che il nostro cervello sia veramente un po’ come una spugna o perlomeno lo è secondo la mia esperienza. Faccio un esempio: quando sono arrivata qua in Germania, sapevo molto bene l’inglese e mi sono accorta, i primi mesi, di non riuscire più a parlare inglese perché ero completamente circondata dal tedesco. Ero talmente “bombardata” da parole in tedesco che – anche quando parlavo in inglese – prima di tutte, le parole che arrivavano alla mia mente erano in tedesco. Un giorno ho dovuto fare un test, cioè un esame di inglese per prendere la certificazione e mi sono detta “Oddio, come faccio adesso a parlare inglese?” e quindi ho usato la tattica di ascoltare la radio in inglese mentre cucinavo, mentre facevo altre cose. In realtà non prestavo assolutamente attenzione a quello che veniva detto alla radio, semplicemente la tenevo in sottofondo e questo sottofondo (di nuovo, questo “bombardamento” di parole in inglese) mi ha aiutata a riprendere in mano, cioè a riprendere dimestichezza con la lingua inglese.

E…non so, mi è successa una cosa simile anche con lo spagnolo, che ho ripreso dopo tanti anni grazie a un corso online (tra l’altro organizzato proprio da questa scuola, NativeSpeakerTeachers.com!) e durante le lezioni con l’insegnante ho fatto una fatica enorme a parlare, perché le parole mi venivano in tedesco. Eppure, quando sono stata tre giorni a Barcellona sembrava tipo come un miracolo! Riuscivo a parlare perfettamente (no, ok, perfettamente no però comunque con molta più dimestichezza) lo spagnolo proprio perché ero inserita nello spagnolo.

E poi c’è un’altra cosa che vorrei dire. Insomma, secondo me si deve proprio prendere dimestichezza con quella che è la meccanica della nostra bocca, quando parliamo una determinata lingua. In particolare per il tedesco, che per un italiano è una lingua che ha dei suoni molto diversi, penso che leggere sia molto importante però penso anche che lo step successivo sia davvero quello di parlare oppure leggere ad alta voce perché bisogna appunto prendere dimestichezza con la pronuncia e i movimenti della nostra bocca.

Un consiglio spassionato per chi vuole imparare “bene” il tedesco?

Come consiglio spassionato per imparare bene una lingua, penso al trovare una persona che parli solo ed esclusivamente quella lingua o comunque con cui non si hanno in comune altre lingue a parte quella che si vuole imparare. Perché è questo il modo più efficace che si possa trovare, altrimenti succede come quando ero a scuola alle superiori e, durante l’ora di tedesco, ovviamente facevamo esercizi di conversazione in tedesco, ma tra compagni di classe italiani era facile aiutarsi con la traduzione o la costruzione della frase in italiano, quando non ci veniva in mente una parola in tedesco. Quando poi sono arrivata qui in Germania, mi sono trovata a parlare – per esempio – con le tecniche di laboratorio che non sapevano l’inglese e mi dovevo far capire in tedesco. In questo modo ho imparato! Cioè, ovviamente, all’inizio facevo dei discorsi con poco senso: mi capitava di inventarmi le parole o magari di creare una struttura della frase allucinante (ahah!), però, poi – pian pianino – anche con l’aiuto proprio dell’altra persona che magari mi correggeva, sono migliorata. Anche se devo dire che i tedeschi lo fanno molto raramente, dico correggerti, perché sono contenti se l’altra persona parla la loro lingua perché sanno che è difficile e quindi non si azzardano a fare commenti o correzioni. Per me è un po’ frustrante, perché ovviamente se non si viene corretti non si impara, però appunto anche attraverso l’interazione con l’altra persona in quella lingua si impara a essere forzati a parlare solo quella lingua. Ribadisco che è importante non avere alternative, perché altrimenti si finisce che per comodità si passa all’alternativa e non si non si imparerà mai la lingua che si vuole imparare.

Ringrazio Valentina Fermi per essersi prestata a rispondere alle mie domande. Se vuoi, puoi lasciarle un commento qui oppure la puoi trovare su LinkedIn.

Puoi leggere qui un’altra intervista e qui altri articoli sulla lingua e cultura tedesche.

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5 personaggi di lingua tedesca che hanno fatto la storia

March 16, 2022 by barbara Leave a Comment

Imparare una lingua straniera non è solo una questione di parole. Una lingua, infatti, racconta anche un mondo, il mondo che l’ha resa quella che è, plasmandola con il passare degli avvenimenti storici più importanti e delle persone che hanno fatto la sua storia. Ecco, oggi vorrei raccontarti i 5 personaggi di che hanno fatto la storia della lingua tedesca… Li conoscevi tutti?

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Cominciamo da Hegel, che nasce il 27 agosto 1770 a Stoccarda, in Germania, e oggi viene spesso considerato il più grande filosofo di tutti i tempi. La dialettica di Hegel ha infatti influenzato il pensiero che oggi caratterizza la tradizione filosofica occidentale. E, come tutti i grandi innovatori, non ha mancato di inventare delle parole che esprimono concetti spesso difficili da tradurre letteralmente. Aufheben o Aufhebung è la parola tedesca che Hegel adopera per indicare il procedimento della dialettica che, al contempo, conserva e mette via ciascuno dei suoi momenti. Il termine fatica a trovare un corrispettivo in italiano: perlopiù si ricorre a “toglimento” o a “superamento”.

Hanna Arendt

Hanna Arendt nasce il 14 ottobre 1906 a Linden – Mitte, Hannover, in Germania, ma muore a New York il 4 dicembre 1975. Fu infatti costretta a emigrare negli Stati Uniti a causa delle sue origini ebraiche. Filosofa, giornalista e docente universitaria è diventata famosa per il suo libro “La banalità del male” (titolo originale: Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil) scritto in seguito alla sua partecipazione al processo a Adolf Eichmann, accusato di gravissimi crimini nazisti. La tesi rivoluzionaria di Arendt, talvolta fraintesa, consiste nella consapevolezza che il nazismo non sia stato un errore della storia, bensì un evento coerente con la direzione in cui la storia stava andando. Nei totalitarismi, infatti, l’essere umano viene allontanato dalla realtà e diventa sempre più un ingranaggio di un meccanismo il cui funzionamento non implica le idee e porta alla deresponsabilizzazione delle azioni. Il pericolo segnalato da Arendt è che chiunque potrebbe diventare come Eichmann in una società alla deriva.

Johann Wolfgang von Goethe

Torniamo indietro di qualche secolo, fino al 1749. Siamo a Francoforte sul Meno ed è qui che nasce Johann Wolfgang von Goethe, il futuro poeta, drammaturgo, filosofo nonché inventore del concetto di Weltliteratur, cioè “letteratura mondiale”. L’influenza di Goethe sulla letteratura occidentale fu incisiva, basti pensare a quanto “I dolori del giovane Werther” (1774) contribuì alla realizzazione delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo. Il lavoro di Goethe fu capitale perché portò a un profondo mutamento della sensibilità europea verso tematiche legate alla sensualità e alle emozioni. Pochi sanno che Goethe fu anche uno scienziato profondamente attratto dallo studio della natura, attraverso un approccio che considerava scienza e arte profondamente legate l’una all’altra.

Hermann Hesse

Hermann Hesse nasce a Calw, in Germania, il 2 luglio 1877 e oggi è considerato tra gli scrittori di lingua tedesca del XX secolo più letti al mondo. La sua immensa produzione poetico-letteraria include titoli che sono stati tradotti in più di 60 lingue, tra cui in italiano si ricorda “Siddhartha” (1922). Hesse, che visse entrambe le Guerre Mondiali, soffrì di costituzione fragile e durante la vita dovette affrontare numerosi turbamenti, che lo portarono in cura presso il famoso psicanalista Jung. Non smise mai di lavorare, diventando anche un rispettato pittore di acquerelli con i quali dipingeva le copertine dei suoi stessi libri. La sua opera toccò temi politico-sociali, critici nei confronti del capitalismo e a favore della pace. Nel 1946 Hermann Hesse ricevette il premio Nobel per la letteratura.

Franz Kafka

Chi studia letteratura tedesca non potrà certo evitare di leggere Franz Kafka che ne “La Metamorfosi” (Die Verwandlung in tedesco) vede il suo libro più famoso. Ma forse pochi sanno che Kafka è originario di Praga, che gli diede i natali nel 1883. Nacque infatti nei territori dell’Impero austro-ungarico, divenuti Repubblica cecoslovacca a partire dal 1918. Kafka ha profondamente influenzato il mondo della letteratura attraverso una scrittura che è stata definita “esistenziale” poiché, attraverso l’uso di allegorie come quella dello scarafaggio, racconta i turbamenti dell’animo umano come l’angoscia e il senso di isolamento (Die Isolierung). Questa stessa opera è stata interpretata anche come una forma di denuncia sociale della condizione dell’ebreo che viene considerato diverso e la sua impotenza nei confronti della società discriminatoria.

 

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I giorni di festa in Germania

January 12, 2022 by barbara Leave a Comment

Conosci le festività che si celebrano in Germania ogni anno? Scopriamo insieme i giorni di festa tedeschi, utili per pianificare le tue vacanze o per immergerti nella cultura di lingua tedesca se stai imparando il tedesco.

Festività tedesche

Neujahrstag – 01/01 (Primo dell’anno). Dopo la notte di Capodanno, che generalmente i tedeschi festeggiano con gli amici, un po’ di riposo!

Karfreitag (Venerdì santo). Si tratta di una festa cristiana che commemora la passione e crocifissione di Gesù Cristo; cade sempre il venerdì che precede la Pasqua cristiana.

Ostersonntag (Pasqua). Il giorno di Pasqua cade sempre di domenica. Si tratta della più importante festa cristiana, quella che dà senso a tutto il Cristianesimo. Infatti, con la Pasqua si commemora la risurrezione di Gesù, avvenuta secondo i Vangeli nel terzo giorno dalla sua morte in croce e quindi la rivelazione al mondo che la sua parola era verità.

Ostermontag (Lunedì dell’Angelo). Ugualmente, si tratta di una festa cristiana (in Italia la chiamiamo anche “Pasquetta”) che commemora l’incontro delle donne con l’Angelo al sepolcro che annuncia loro la resurrezione di Gesù. Con questo giorno si chiude la Settimana Santa; cade sempre il lunedì successivo alla Pasqua.

Tag der Arbeit / Maifeiertag – 01/05 (Festa dei lavoratori). Maifeiertag significa “giorno di festa di maggio”, cioè il Primo Maggio. È una festa condivisa da molti Paesi del mondo, che ha origine con la Rivoluzione Industriale negli Stati Uniti d’America: il Labour Day ricorda l’1 maggio 1866, quando nello Stato dell’Illinois è stata approvata la prima legge che ha regolamentato la giornata lavorativa con il limite delle 8 ore di lavoro. In Germania il Tag der Arbeit si festeggia dal 1890.

Christi Himmelfahrt (l’Ascensione al cielo di Gesù). È una festa cristiana celebrata 39 giorni dopo la domenica di Pasqua; cade sempre di giovedì e prima della Pentecoste.

Pfingstmontag (Pentecoste). È una festa cristiana in cui viene celebrata l’effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, ai suoi discepoli che hanno iniziato a parlare tutte le lingue del mondo per poter diffondere “Il Verbo”. Per questo è considerato il momento della nascita della Chiesa nella storia. Anche questa è una “festa mobile”: cade sempre di lunedì, il cinquantesimo giorno dopo Pasqua, compresa.

Tag der Deutschen Einheit – 03/10 (Giorno dell’Unità Tedesca). Si tratta di una celebrazione recente, istituita nel 1990 durante il governo del Cancelliere Helmut Kohl, leader del partito CDU dal 1973 al 1998. La Germania fu riunificata dopo il crollo del muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre 1989, che aveva diviso la città in due per 28 anni.

1° Weihnachtstag – 25/12 (Natale) e 2° Weihnachtstag – 26/12 (Santo Stefano). In Germania ci sono due feste di Natale: il 25 e il 26 dicembre.

Le giornate festive regionali in Germania

La Germania presenta molte differenze regionali anche per quanto riguarda le feste. Ecco le principali:

Heilige Drei Könige – 06/01 (L’arrivo dei Re Magi). Festa cristiana che commemora l’arrivo dei Re Magi alla capanna di Gesù Bambino, sotto la guida della stella cometa. In Italia si tratta dell’Epifania o Befana. In Germania è un giorno festivo solo in due regioni, Baden Wüttemberg e Baviera.

Weltfrauentag – 08/03 (Giornata internazionale della donna). In Germania la giornata della donna si tenne per la prima volta domenica 19 marzo 1911, ma poi fu interrotta fino all’8 marzo 1914, in concomitanza di manifestazioni popolari la cui richiesta principale era il diritto di voto alle donne. Le celebrazioni furono interrotte in tutti i paesi belligeranti negli anni seguenti allo scoppio della prima guerra mondiale, avvenuto nel luglio 1914 e si arrivò a una data comune solo nel 1977, quando ‘Assemblea generale delle Nazioni Unite scelte definitivamente l’8 marzo. Dal 2019 il Weltfrauentag è diventato festivo a Berlino e in tutto il Land.

Fronleichnam. Si tratta della festa del “Corpus Domini” ed è una festa mobile: si celebra il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità, sessanta giorni dopo la Pasqua (in Italia si celebra la domenica successiva). Questa festa si osserva in diverse regioni della Germania: Baden Württemberg, Baviera, Assia, Nordreno-Vestfalia, Renania-Palatinato, Saarland, Sassonia e nei comuni con maggioranza cattolica della Turingia.

Mariä Himmelfahrt – 15/08 (Ferragosto). Celebrazione cristiana che commemora l’assunzione in cielo di Maria Vergine. È considerato un giorno di festa solo nelle regioni del Saarland e nei comuni di maggioranza cattolica della Baviera.

Weltkindertag – 20/09 (Giornata mondiale dei bambini). Durante la Guerra Fredda, la Giornata dei bambini (Kindertag) è stata gestita in modo abbastanza diverso nella Germania occidentale e nella Germania orientale. Mentre la Germania dell’Est (DDR) la celebrava il 1 giugno, la Germania Ovest (BRD) la festeggiava il 20 settembre. Dopo la riunificazione della Germania, la Giornata universale dei bambini è diventata ufficiale per l’intera Germania. Questo, tuttavia, non fu accettato da gran parte della popolazione della Germania orientale. La maggior parte dei genitori celebra ancora la Giornata dei bambini nella precedente data del 1 giugno e gli eventi pubblici relativi alla Giornata dei bambini si svolgono il 20 settembre (Weltkindertag). Rimane una festa di stato nell’ex stato della DDR della Turingia.

Reformationstag (Festa della Riforma Protestante) – 31/10. Pur essendo un Paese a maggioranza cattolica, una grande fetta della popolazione tedesca è di confessione protestante. Il Reformationstag ricorda il 31 ottobre 1517, quando Martin Lutero affisse le “95 Tesi” sul portale della Schlosskirche a Wittenberg. Come giorno festivo viene osservato nelle regioni: Brandeburgo, Mecklenburgo-Pomerania Anteriore, Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia, Bassa Sassonia, Amburgo, Brema e Schleswig-Holstein.

Allerheiligen (Tutti i santi) – 1/11. La festa religiosa di Ognissanti viene osservata solo in alcune regioni della Germania: Baden-Württemberg, Baviera, Nordreno-Vestfalia, Saarland e Renania-Palatinato.

Buß-und Bettag (Giorno di preghiera e di penitenza) – 16/11. Si tratta di una festa religiosa per i corpi ecclesiali protestanti di denominazioni luterane, riformate e unite che veniva celebrata in passato in tutta la Germania ma che ora si mantiene come giorno festivo solo in Sassonia per osservare pentimento e preghiera.

 

La Germania ha molte feste religiose, proprio come l’Italia, ma ci sono anche molte differenze tra questi due Paesi. Scoprire i giorni festivi celebrati in Germania fornisce un’interessante fotografia culturale del Paese e un ottimo spunto per pianificare un viaggio in Germania in occasioni speciali.

 

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7 cose da sapere sulle certificazioni di tedesco

November 29, 2021 by barbara Leave a Comment

Abbiamo tutti un po’ l’idea che ai tedeschi le regole piacciano molto. E di fatto, questa dichiarazione non è molto distante dalla realtà, anche se – quando si parla di certificazioni linguistiche – l’aspetto formale diventa preponderante, indipendentemente dalla lingua. Sta di fatto che, qualora volessi conseguire una certificazione di lingua tedesca, ci sono un po’ di regole da seguire e un po’ di cose da sapere. Ho raccolto per te le 7 principali informazioni che penso possano esserti utili se è la prima volta che ti affacci al mondo delle certificazioni linguistiche di tedesco.

1. Ce ne sono diverse, di certificazioni tedesche

Partiamo dal principio e cioè da quali sono gli enti erogatori delle certificazioni di lingua tedesca per stranieri. I principali sono:

– Il Goethe-Institut, che rilascia certificazioni standard, rivolte a chi vuole attestare la propria conoscenza del tedesco per motivi diversi dallo studio.

– Lo Hagen Institut, che emette la certificazione chiamata “testDAF“, che si rivolge a chi intenda frequentare l’università o altri corsi di studio in Germania.

NB. Riguardo quest’ultimo punto si segnala anche il DSH, che è una prova di conoscenza del tedesco richiesta per accedere all’istruzione superiore come l’università (ma andrebbe bene anche testDAF).

E poi ci sono tutte altre.

Per esempio, esistono le cosiddette “certificazioni telc” piuttosto simili a quelle del Goethe, che hanno un corrispettivo anche per lingue diverse dal tedesco.

Infine, c’è il BULATS (Business Language Testing Service) che è una certificazione rilasciata da un ente non tedesco, la Cambridge University, ed è disponibile per la lingua inglese, spagnola, francese e – appunto – tedesca.

2. Le certificazioni di tedesco non sono tutte uguali

Come potrai immaginare, le certificazioni di tedesco non sono tutte uguali.

Per esempio, il Goethe-Institut ne propone una per adulti sopra i 16 anni (Start Deutsch 1 e 2) e una per bambini e ragazzi (Fit in Deutsch 1 e 2).

Ogni certificazione è divisa per livelli, che fanno riferimento al Quadro comune europeo per la conoscenza delle lingue straniere (da A1 a C2).

Il “nome lungo” di quello che prima abbiamo menzionato come “testDAF” è “test Deutsch als Fremdsprache“ (tedesco come lingua straniera), che come abbiamo detto si rivolge a studenti che abbiano fatto la maturità in Germania o che vogliano studiare in una università tedesca dopo aver iniziato un percorso di studi in un altro Paese.

Ma per l’ammissione all’università tedesca, dicevamo, c’è anche il DSH. Rispetto a quest’ultimo, il testDAF è meno regolare: ci sono delle linee guida, ma in generale l’implementazione è a carico dell’università che lo organizza.

Infine, rimanendo in ambito universitario, si segnalano anche i certificati TELC, ma non tutte li accettano.

E il BULATS? La sigla sta per “Business Language Testing Service” e nasce per attestare le competenze linguistiche settoriali relative a una certa professione e può essere speso a livello anche internazionale, ma sempre in ambito lavorativo.

3. Quelle “vecchie” certificazioni che non ci sono più…

Se ti capitasse di sentire nominare una di queste certificazioni:

  • Zentrale Oberstufenprüfung (ZOP),
  • Kleines Deutsches Sprachdiplom (KDS) und
  • Großes Deutsches Sprachdiplom (GDS)

Sappi che sono tutte state rimpiazzate dal Goethe-Zertifikat C2: Großes Deutsches Sprachdiplom.

È importante dire che le certificazioni ottenute sono comunque valide.

4. Quanto durano le certificazioni di tedesco?

Il punto qui non è tanto la durata ufficiale delle certificazioni di tedesco, che hanno tendenzialmente validità illimitata, quanto (e torniamo sempre sullo stesso punto) le richieste del soggetto richiedente. Per esempio, sul sito del Goethe si legge:

Le certificazioni del Goethe-Institut che attestano il superamento di uno degli esami del Goethe-Institut da A1 a C2 hanno una validità illimitata. Tuttavia, numerosi enti e datori di lavoro richiedono che l’esame non sia stato sostenuto da più di due anni.

5. Il livello soglia è sempre lo stesso, anche in tedesco

Ok, abbiamo visto quali certificazioni scegliere se si vuole studiare oppure lavorare in Germania: ma a quale livello? Secondo il Quadro europeo di riferimento della conoscenza delle lingue straniere (CEFR) il cosiddetto “livello soglia” è il B1 (in inglese si definisce “Pre-Intermediate”), che in Germania è richiesto come conoscenza base della lingua per gli impieghi pubblici e privati e per l’acquisizione della cittadinanza tedesca (Einbürgerung).

Per quanto riguarda qualsiasi altro ambito privato (università e lavoro), il livello richiesto può variare ed è importante informarsi bene a riguardo prima di effettuare la scelta di iscrizione all’esame (perché, non dimentichiamolo mai, l’esame per la certificazione di lingua tedesca è a pagamento, come tutti gli esami di lingua ufficiali).

6. Il corso di lingua tedesca non serve (forse?)

Diciamolo subito: il corso di lingua tedesca in preparazione all’esame di certificazione non è obbligatorio, tuttavia è molto, molto utile.

Ogni studente può decidere se frequentarlo oppure se prepararsi in autonomia, con la sicurezza che non verranno fatte discriminazioni in sede d’esame per i frequentanti e i non-frequentanti (come spesso accade in certe università italiane).

La questione è molto personale (oltre che essere economica, certo). Infatti, ci sono persone che sono molto brave a organizzarsi e riescono a studiare con costanza nei mesi precedenti all’esame. Altri, invece, hanno bisogno di essere seguiti e memorizzano meglio le informazioni quando qualcuno gliele racconta nel modo giusto, come può fare un insegnante esperto durante lezioni individuali online.

La parte più complicata di questi esami per l’acquisizione di una certificazione linguistica, infatti, sta proprio nelle regole. Prima di imparare il tedesco, bisogna imparare le regole di svolgimento di ciascun esame, le modalità di valutazione e le parti in cui si suddivide ciascun test.

7. Gli esami di lingua tedesca in Italia

Parliamo del Goethe, il più capillare. A questo indirizzo è possibile visualizzare tutte le sedi del Goethe-Institut (in Italia ce ne sono 6 di primarie e una ventina di secondarie).

Il testDAF può essere svolto in uno dei circa 450 centri autorizzati in 95 paesi nel mondo, trattandosi di un test centralizzato il risultato dell’esame è verificato dal Hagen-Institute, a cui fa capo qualsiasi sede dove viene svolto l’esame.

Tutti i test per il telc possono essere fatti presso la telc GmbH, presso le scuole di lingua autorizzate e le università autorizzate, sia presso il Goethe-Institut.

Il test per l’ottenimento del DSH viene fatto dalle università stesse o da organismi privati in delega all’università stessa.

Il BULATS può essere svolto in una dei centri INTERLANGUES oppure presso l’azienda stessa.

 

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Oppure prenota una lezione con un insegnante tedesco esperto e rivolgile direttamente a lui o a lei.

 

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Le serie tedesche che cercavi per imparare il tedesco

October 20, 2021 by barbara Leave a Comment

Non c’è modo migliore di una serie tv per imparare una lingua. Gli elementi ci sono tutti: serialità per creare un’abitudine, adattabilità per permettere una fruizione graduale in base al livello di tedesco. Per intenderci, prima si può cominciare con i sottotitoli in italiano, poi passare ai sottotitoli in tedesco e infine toglierli del tutto. Ma quali sono le migliori serie tedesche per imparare il tedesco? Forse quello che cercavi è proprio qui sotto.

Le imperdibili serie tedesche

  • Dark – In una cittadina tedesca che potrebbe sembrare familiare ai più avviene la misteriosa sparizione di un bambino, il cui destino non è quello che può sembrare. In un’atmosfera molto dark (o forse dovremmo dire dunkel?) questa serie attira sia gli amanti del giallo, del paranormale, ma anche chi ha sempre avuto un debole per i viaggi nel tempo, soprattutto negli anni Ottanta.
  • Tatort – Cito le parole della mia amica*, che in Germania vive da oltre sei anni: “Tartot è il giallo che vede mezza Germania da secoli, un po’ come il nostro ‘Un posto al sole'” (Ho controllato e ci sono 14 stagioni!). Viene girato sempre in una città diversa e all’inizio serviva per far conoscere ai tedeschi le varie città del Paese. Va in onda ogni domenica sera e, secondo molti, è assolutamente imperdibile.

Serie tedesche per la famiglia

  • Tierärztin Dr. Mertens – È una serie sdolcinata (davvero tanto, a detta della mia amica*). ambientata in uno Zoo, quindi si vedono un sacco di animali. Questo dettaglio non è da sottovalutare in due casi: quello in cui tu debba andare a lavorare in un ambiente in cui il lessico faunistico sia fondamentale e quello in cui cerchi una serie tv per imparare il tedesco insieme ai tuoi bambini 😉
  • Das Pubertier – Questa serie tedesca è molto divertente e tratta il rapporto tra genitori e figli adolescenti. Il titolo parla chiaro: “animale adolescente”, infatti quando la figlia tredicenne del giornalista e amorevole padre di famiglia Jan e della moglie Sara entra nella pubertà, la quiete della famiglia viene completamente sconvolta.

Serie tedesche crime

  • Mord mit Aussicht – È una serie poliziesca umoristica, che racconta il trasferimento dell’intraprendente commissaria Sophie Haas dalla frenetica città di Colonia al tranquillo paese di campagna nella zona dell’Eifel. Un posto tranquillo, molto diverso dalla città a cui era abituata, ma non per questo meno interessante…
  • Alles Klara – Il titolo di questa serie contiene un gioco di parole tra l’espressione “Alles klar?”, che significa “Tutto chiaro?” e il nome della protagonista, Klara. La serie è ambientata a Quedlinburg, dove la giovane Klara Degen viene assunta per una sostituzione maternità nella locale stazione di polizia. Come potrai immaginare, Klara non è esattamente una poliziotta (il suo precedente lavoro era quello di segretaria in una fabbrica di orologi a cucù), ma chissà come inizierà ad aiutare i poliziotti a risolvere i casi…
  • Gans und Fuchs – La giornalista Emily Gans, che sta per assumere un incarico in un grande quotidiano di Francoforte sul Meno, eredita una casa dalla zia Martha a Bad Urach, dove si reca per le pratiche di eredità. Sulla via del ritorno, le viene comunicato che la posizione è stata cancellata, così Emily si trasferisce nella proprietà ereditata, dove si ritrova a condividere la casa con il curioso ispettore capo Urban Fuchs, andato in pensione presto. Con il suo aiuto, quando Emily lavorerà come reporter per l'”Uracher Bote”, non si limiterà al giornalismo ma inizierà anche a smascherare i crimini locali.
  • Morden in Norden – Il commissario capo Finn Kiesewetter decide di abbandonare la carriera di poliziotto per ritirarsi nella campagna del Brandeburgo, ma, dopo che la sua casa viene completamente distrutta da un incendio, è costretto a tornare sui suoi passi e riprendere il suo vecchio lavoro a Lubecca.

Serie tedesche divertenti

  • Kebab for Breakfast (Türkisch für Anfänger)– Un classico, imperdibile, delle serie tedesche. Ambientata a Berlino, la serie racconta le divertenti vicende di due famiglie molto diverse per background culturale, che si ritrovano a convivere in un nucleo allargato in cui (e da cui!) c’è molto da imparare.
  • Der Beisschläfer– Per chi vuole mettere alla prova il proprio tedesco, provando ad andare oltre, questa serie è perfetta dato che è… in dialetto bavarese! Letteralmente il titolo significa “Il dormiente”, un termine dispregiativo per i giudici onorari presso il tribunale. La storia vede come protagonisti un astuto meccanico di automobili, Charlie Menzinger, che viene nominato giudice laico presso un tribunale di Monaco contro la sua volontà. Il giudice (interpretata dall’attrice Lisa Bitter) non sembra molto d’accordo con lo “speciale senso di giustizia” di Charlie…
  • Ohne Schnitzel geht es nicht – Chi non ha mai mangiato una “Schnitzel” (sì, quella cotoletta buonissima) forse non può capire che “Non funziona senza Schnitzel“. Questa miniserie molto divertente, che fa seguito all’omonimo film, presenta tra l’altro una peculiarità della Germania…

 

*Le serie tedesche che ti abbiamo menzionato sono frutto di una ricerca personale e del prezioso contributo di Valentina e Thilo, una coppia di ragazzi che vivono in Germania e hanno molto da raccontare a riguardo, da diversi punti di vista. Colgo questa occasione per ringraziarli e per dire loro che sono sempre i benvenuti nel club di Non parlo tedesco.

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Perché non riesco a imparare il tedesco?

September 17, 2021 by barbara Leave a Comment

Lo ammetto, negli ultimi tempi ho fallito nel mio intento di imparare tedesco. Sono stata incostante, distratta, svogliata e demotivata. Oggi mi sono seduta davanti al computer e ho cercato le ragioni del mio fallimento. Ne ho trovate tre, che vorrei condividere con te.

1. Perché non ho qualcuno con cui farlo

Recentemente ho letto un articolo di Internazionale che mi ha illuminata. In occasione della riapertura delle scuola in Italia, infatti, sui media italiani sono proliferate discussioni riguardanti il mondo dell’educazione nel contesto “post-pandemico” – se così possiamo chiamarlo – che chiamavano in causa temi quali la sicurezza e la libertà, legati all’obbligo di utilizzare il green pass per ritornare “in presenza”.

Una questione che mi è parsa trascurata è quella legata alle relazioni tra i bambini, quella di cui si parla nella traduzione dell’articolo di Arthur C. Brooks, pubblicato originariamente in inglese su The Atlantic. L’autore titola il pezzo “Il vero motivo per cui ai bambini la scuola non piace” e, dopo interessanti riflessioni su vari aspetti del mondo scolastico visto dal punto di vista degli studenti, conclude che la ragione principale è la mancanza di amici che la fanno piacere, la scuola.

Avere un amico o un’amica con cui darsi appuntamento ogni mattina e magari pure ogni pomeriggio per fare i compiti insieme, banalmente, fornisce agli studenti quella motivazione necessaria all’apprendimento. Perché se non si è motivati non si trattiene nulla, non si memorizzano le informazioni, tantomeno una lingua come il tedesco.

E tu, hai mai pensato di prendere lezioni di tedesco di gruppo o di coppia?

2. Perché il mio obiettivo non è S.M.A.R.T.

Negli anni Ottanta dello scorso secolo fu elaborato un modello economico basato sugli studi di Edwin Locke, noto come il modello S.M.A.R.T., un acronimo che definisce le caratteristiche che dovrebbero avere i nostri obiettivi affinché si possano realizzare.

Quando intraprendiamo un (personalissimo!) percorso per imparare una lingua straniera come il tedesco, infatti, lo facciamo perché abbiamo degli obiettivi: cambiare lavoro, parlare con la famiglia del nostro partner o dei nostri figli, avere accesso a una scuola o a un luogo che in Italia non esiste e così via.

Ma perseguire con costanza un obiettivo non è cosa facile e il motivo spesso è che tale obiettivo è troppo generico, non misurabile, troppo grande, poco rilevante e senza una vera e propria scadenza. Secondo ill modello S.M.A.R.T., infatti, gli obiettivi efficaci sono: Specifici, Misurabili, Realizzabili (Achievable), Rilevanti, Scadenzati (Time Bound).

E i tuoi obiettivi… come sono?

3. Perché non dipende solo da me

Parliamoci chiaro, non possiamo sempre darci tutta la colpa per i nostri fallimenti. Ok, negli ultimi tempi non siamo riusciti a imparare tedesco perché siamo stati incostanti o perché non lo abbiamo messo tra le nostre priorità. Ma una parte della responsabilità per i nostri fallimenti dipende anche dalla qualità del materiale linguistico che stiamo utilizzando e del supporto che stiamo ricevendo. Il libro di testo su cui stiamo studiando è adatto a noi? Il piano di studi è adeguato alle nostre esigenze e alle nostre caratteristiche personali? E il nostro o la nostra insegnante, come si pongono nei nostri confronti?

Prima di rispondere a tutte queste domande, forse ti sarà utile conoscere la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, secondo cui ciascun apprendente fa affidamento su diverse tipologie di intelligenze, presenti in ognuno di noi con un peso diverso. Le sette intelligenze elaborate dallo psicologo e docente statunitense sono: linguistica, logico-matematica, musicale, corporeo-cinestetica, spaziale, interpersonale, intrapersonale.

Un buon libro di tedesco contiene attività che le stimolino in egual misura e un buon insegnante di tedesco capisce quale sia il modo preferito di imparare per ciascuno studente, adeguando le lezioni in base al suo stile di apprendimento per facilitarne il percorso.

Ci avevi mai pensato?

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5 cose che non sapevo sulla lingua tedesca (… E tu?)

August 17, 2021 by barbara Leave a Comment

Mano a mano che si progredisce nello studio di una lingua straniera come il tedesco si finisce con l’imbattersi in una conoscenza che va oltre il mero aspetto linguistico, ma sconfina in quello che possiamo definire genericamente “culturale”. Infatti, ci si comincia a fare domande del tipo “in quanti posti nel mondo si parla tedesco?” o “a che ora cenano i tedeschi e che cosa mangiano per colazione?” o ancora “ma in Germania si festeggia il Ferragosto come in Italia?” e così via. Arrivata a questo punto del mio studio e dopo aver avuto interessanti scambi con persone che, in Italia o all’estero, hanno in qualche modo a che fare con la lingua tedesca, ho deciso di raccogliere le mie scoperte in questo articolo. Ecco quindi le 5 cose che non sapevo sulla lingua tedesca, scoperte in questi ultimi anni. E chissà che tu non ne fossi già a conoscenza…

1. Il tedesco si parla in più di 12 zone del mondo

Quando l’ho scoperto, non ci volevo credere. Il numero a me noto di paesi in cui si parla il tedesco si fermava a tre: Germania, Svizzera tedesca e Austria. E invece mi sono dovuta ricredere, perché a oggi la lingua tedesca si parla anche in Liechtenstein, Namibia (ufficiale come lingua regionale) e (come ho potuto scordarmelo?) nella regione italiana del Trentino-Alto Adige. Ma non solo! In Italia il tedesco si parla anche in Valle d’Aosta (alta Valle del Lys) e nel Friuli (Val Canale e altre isole linguistiche in Friuli). All’estero è parlata anche nella comunità germanofona del Belgio, in Lussemburgo, in Francia (Alsazia), nella Pomerania orientale (una regione che si affaccia sul Mar Baltico ed è amministrativamente divisa tra Germania e Polonia) e nella regione chiamata Slesia (in gran parte Polonia, in piccola parte Repubblica Ceca e Germania). Ma il tedesco è anche lingua minoritaria in altre regioni europee, tra cui le zone occidentali della Boemia e la Transilvania. Da non dimenticare, infine, tutti i tedeschi che durante le Guerre Mondiali sono emigrati oltreoceano, dando vita a comunità linguistiche nelle Americhe e in alcune isole dell’Oceania, oltre che in ex-possedimenti coloniali quali la già menzionata Namibia, il Togo, la Tanzania, il Camerun e alcune isole del Pacifico.

2. La “rigida grammatica tedesca” non è sempre rispettata dai parlanti

Mi sono sempre chiesta come facessero i tedeschi a iniziare a parlare avendo già in mente l’intera frase da dire. Mi riferisco al fatto che, come probabilmente sai, in tedesco il verbo si mette sempre alla fine della frase, indipendentemente dalla sua lunghezza. Questo avviene anche con il costrutto “dass”, che significa “che”. Dopo il “dass” il verbo della relativa arriva solo in ultimo, dopo aver lasciato spazio a tutti i complementi. Facciamo un esempio pratico. Se in italiano volessimo dire “Per colazione ho mangiato una fetta di torta, che ha preparato mia madre”, in tedesco dovremmo dire zum Frühstück habe ich ein Stück Kuchen gegessen, das meine Mutter gemacht hat”. Ma se volessimo arricchire di informazioni la frase subordinata relativa (quella dopo il “che”), ecco che le cose si complicherebbero. Es. “Per colazione ho mangiato una fetta di torta, che ha preparato mia madre ieri mentre guardava la televisione in cucina” si traduce come “Zum Frühstück habe ich ein Stück Kuchen gegessen, das meine Mutter gestern beim Fernsehen in der Küche gebacken hat”. Vedi? Il verbo “ha” rimane alla fine. Ebbene, ho scoperto che i tedeschi non sono sempre così rigorosi nel linguaggio parlato e spesso, per fare prima, non rispettano questa regola grammaticale.

3. C’è stata una riforma ortografica della lingua tedesca

Si dice che la lingua cambi in modo naturale, per via dei cambiamenti sociali incontrollabili e imprevedibili nel tempo. Eppure, nel 1996 in Germania c’è stata una riforma ortografica che ha portato a sostituire la ß da una doppia s dopo ogni vocale breve, come ad esempio in Fluss (fiume), Kuss (bacio) e dass (la congiunzione “che” di cui abbiamo parlato sopra), mentre rimane dopo la vocale lunga, come Gruß (saluto), Fuß (piede) e aß (mangiava/mangiò).

4. I “tedeschi” non sono tutti uguali

Ovviamente, non parlo delle persone (che, chiaramente, non sono tutte uguali!). Sto parlando della lingua tedesca che non solo varia di Paese in Paese (quella parlata in Germania presenta alcune variazioni rispetto a quella parlata in Alto Adige o in Austria o nel Canton Zurigo) ma anche di regione in regione all’interno della stessa Germania. “Lo senti come parla lei?” mi diceva Willi, un amico tedesco che si divertiva a prendere un po’ in giro la sua ragazza proveniente dalla regione della Baviera. Io, a dire il vero, non percepivo alcune differenza ma immaginavo che, tra madrelingua tedeschi, esistano gli stessi scherzi che ci rivolgiamo noi italiani quando ci approcciamo a una marcata cadenza milanese, piuttosto che veneta o toscana. Ma non si tratta solo di intonazione o influenze dialettali: in Svizzera e Liechtenstein, per esempio, l’uso della ß di cui abbiamo parlato si è andato perdendo fin dai primi del Novecento (nel 1938 il Canton Zurigo smise di insegnarla nelle scuole e altri cantoni ne seguirono l’esempio), fino all’ultima riforma del 2006 che l’ha definitivamente eliminata.

5. Il tedesco è una delle più complesse lingue germaniche, con cui ha delle somiglianze

Infine, una cosa che tutti sanno… o forse no? Che la grammatica tedesca sia complessa penso sia noto a tutti. Per chi fosse all’inizio dello studio di questa lingua, facciamo un breve excursus sulle principali caratteristiche della grammatica tedesca. La lingua tedesca è una lingua flessivo-fusiva che si articola in casi, come in latino. I casi in tedesco sono quattro: nominativo, genitivo, dativo ed accusativo. I sostantivi (che si scrivono sempre con l’iniziale maiuscola) presentano tre generi: maschile, femminile e neutro. Dalle combinazioni di casi e genere, insieme ad altre regole grammaticali (come il verbo alla fine della frase) si ottiene la lingua tedesca (sì lo so, in parole moolto povere). Detto questo, quello che io non sapevo è che davvero il tedesco è una delle più complesse lingue germaniche. Tra le altre lingue germaniche più in uso ci sono l’inglese, l’olandese e le lingue scandinave (soprattutto danese, norvegese e svedese). In pratica, pare che imparare la grammatica svedese sia più semplice che imparare quella tedesca… che dici, proviamo?

 

Quelle che hai appena letto sono le cinque cose che non sapevo sulla lingua tedesca. E tu le conoscevi?

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Il segreto per imparare il tedesco non comincia con la G di Grammatica ma con la M di…

July 21, 2021 by barbara Leave a Comment

Che la grammatica tedesca sia più complessa di quella italiana non è un segreto.

Se al liceo hai studiato latino, forse ti sarà più facile immaginarlo. Infatti, la lingua tedesca cambia – proprio come il latino – in base ai casi previsti dall’analisi logica di una frase: nominativo, genitivo, dativo, accusativo.

Questi cambiamenti variano anche in base al genere dei sostantivi che, a differenza dell’italiano ma di nuovo come in latino, sono tre: maschile, femminile e… neutro.

Ti stai già demoralizzando, vero?

Mi sembra più che comprensibile… Ma anche poco ragionevole.

Cosa c’entra Maslow con il tedesco

Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti gerarchicamente in forma di piramide (la famosa “piramide di Maslow”).

Alla base di questa piramide, Maslow (che non era tedesco, ma americano) mise i cosiddetti “bisogni fisiologici”, ovvero quelli primari legati al corpo come nutrirsi e avere rapporti sessuali. Un piano sopra, pose i cosiddetti “bisogni di sicurezza” legati alla necessità di avere una protezione attraverso una famiglia o una casa. Più sopra, ci sono i “bisogni sociali” che implicano l’appartenenza a una coppia o a un gruppo. Seguono, verso l’alto, i “bisogni di stima” per ottenere un riconoscimento del proprio valore da parte degli altri. Infine, i “bisogni di autorealizzazione”, quelle aspirazioni individuali a essere ciò che si vuole essere sfruttando le nostre facoltà mentali e fisiche.

Ora ti farò una domanda semplice solo apparentemente:

Dove collocheresti la lingua tedesca nella piramide di Maslow?

In un primo momento, forse non riuscirai a rispondere. Dopotutto, imparare il tedesco non porterà le persone attorno a te ad amarti di più, ne tantomeno soddisferà la tua fame o la tua sete.

O forse sì?

E se per lavoro ti trovassi inaspettatamente a dover comunicare in tedesco con fornitori o clienti? E se, con l’arrivo della pensione, volessi raggiungere tua figlia che vive in Germania da tanti anni? E se amassi una persona a tal punto da voler parlare la sua stessa lingua?

Gli esempi che ti ho appena fatto non sono inventati.

Eccone altri:

Voler partire per l’Erasmus a Colonia, voler leggere i testi di filosofia in lingua originale, voler fare la guida turistica nel castello di Schönbrunn di Vienna, voler cucinare piatti italiani in un prestigioso hotel di Amburgo.

Il segreto per imparare il tedesco non comincia con la G di grammatica, ma con la M di motivazione. Non bisogna fare altro che trovare la propria.

 

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Ripetere, ripetere, ripetere

June 26, 2021 by barbara Leave a Comment

Quando ero bambina, per un periodo il mio cartone animato preferito è stato “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

Avevo la videocassetta e chiedevo ai miei genitori di “mettermela su” costantemente. Una volta finita, la volevo ricominciare e il giorno dopo, stessa storia.

Sono andata avanti così finché non ho completamente distrutto il nastro della povera VHS di Alice. Fine della storia.

A dire il vero, la storia nella mia testa non era finita, perché l’avevo imparata a memoria. Conoscevo a menadito ogni battuta, ogni fotogramma, ogni canzone.

Grazie ai miei studi, ho successivamente scoperto che la memorizzazione funziona proprio così: per imitazione conseguente alla ripetizione.

Con i bambini è facile perché si può ricorrere allo stratagemma dei giochi: il gioco è ripetitivo (segue delle regola definite) ma la ripetizione non viene percepita noiosa e quindi permette di acquisire una serie di competenze e conoscenze in modo inconsapevole.

Con gli adulti che, per esempio, stanno imparando una lingua straniera come il tedesco, la questione è un po’ più complicata. Studiare a memoria la grammatica tedesca e ricopiare frasi in tedesco dal libro al quaderno non è esattamente qualcosa che possa definirsi divertente come un gioco.

Così, ho provato a pensare a un’idea che mi rendesse piacevole la ripetizione della lingua tedesca.

Neanche a dirlo, l’illuminazione è giunta dal cassetto nel mio cervello chiamato “infanzia”.

Tra le piattaforme di streaming a cui sono abbonata, ho selezionato un cartone animato della mia infanzia e ho deciso di riguardarlo, ma selezionando la lingua tedesca tra le opzioni di visione.

La storia conosciuta e le immagini, mi hanno aiutata a seguirne lo sviluppo, pur comprendendo il linguaggio solo in parte. A distanza di alcuni giorni, ho ripetuto l’azione, proprio come facevo da bambina (ok, in modo decisamente meno ossessivo).

Lo so che pensi che io abbia scelto, ovviamente, Alice nel Paese delle Meraviglie. E invece… no.

A dire il vero, quel film d’animazione, non l’ho nemmeno cercato.

Non l’ho mai detto a nessuno, ma il motivo per cui continuavo a guardare e riguardare quel cartone animato è che, dentro di me, ero convinta che prima o poi sarebbe successo qualcosa di nuovo.

E se la storia cambia, la ripetizione non funziona più… non credi?

***

E tu? Hai mai provato a guardare un film d’animazione in tedesco? Quali sono i tuoi stratagemmi per memorizzare la lingua tedesca? Se ti va, racconta la tua esperienza in un commento.

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Dove leggere le notizie in tedesco?

May 21, 2021 by barbara Leave a Comment

Se sei qui significa che vuoi provare a leggere le notizie direttamente in tedesco invece che in italiano. Bravo e brava! Ti faccio i miei più grandi complimenti perché questa è un’ottima idea dal punto di vista dell’apprendimento di una lingua come il tedesco.

Ma… c’è un ma. Facciamo così, prima ti elenco un po’ di fonti utili di giornali online in tedesco che si possono leggere gratuitamente e poi ne riparliamo sotto.

Giornali tedeschi online gratuiti

  • Der Spiegel
  • Welt
  • Frankfurter Allgemeine
  • Frankfurter Rundschau
  • Handelsblatt
  • Berliner Zeitung
  • Zeit Online
  • Süddeutsche Zeitung
  • Taz (Die Tageszeitung)
  • Der Westen

Giornali svizzeri online gratuiti

  • 20 Minuten
  • Blick
  • Berner Zeitung
  • Basler Zeitung

Giornali austriaci online gratuiti

  • Oberösterreichische Nachrichten
  • Kurier
  • Kronen Zeitung
  • Oe24
  • Tiroler Tageszeitung
  • Der Standard
  • Salzburger Nachrichten

NB. Queste liste sono parziali. Se vuoi segnalarmi altri giornali online in tedesco gratuiti puoi lasciare un commento e sarò felice di valutare il tuo suggerimento.

2° NB. Prima di buttarti nella lettura di un quotidiano online in lingua tedesca con tutto l’entusiasmo delle prime volte e le aspettative altissime di chi vuole imparare tedesco in poco tempo (lo so che è cosi!) fermati a leggere anche il prossimo paragrafo, perché è lui il nostro “ma”.

Come migliorare il tedesco leggendo il giornale (e capirci qualcosa)

Il primo impatto con un articolo del “Der Spiegel“, infatti, non è così semplice come si può sperare. Io mi sono trovata spiazzata. Non c’era un solo titolo che avessi compreso al 100%. C’era sempre una parola che non conoscevo e non riuscivo a cogliere nemmeno se l’articolo annunciasse una notizia positiva o negativa. Ho passato dei lunghi minuti a scorrere la homepage nella speranza di trovare qualcosa che catturasse la mia attenzione, perché quello che mi aspettavo era proprio questo: essere colpita dai titoli che ero abituata a leggere sui giornali italiani. Ma come faceva un titolo a colpirmi se non ne coglievo il senso?

Con il tempo ho compreso l’importanza di crearmi nella testa un contesto prima di affrontare il contenuto in tedesco, per farmi un’idea di quello che stava succedendo nel mondo.

Ho quindi iniziato a leggere le notizie prima in italiano, su giornali italiani, e poi in tedesco, su giornali online tedeschi. Certo, non potevo trovare l’esatto articolo tradotto in tedesco, ma un testo diverso che però mi risultava di più facile comprensione poiché il contesto mi era familiare.

Poi ho imparato a restringere il campo a una certa categoria di notizie: sport, internazionale, cultura.

Con mia grande sorpresa, non solo la lettura mi risultava più fluida (pur considerando una buona percentuale di parole ed espressioni a me ignote) ma il fatto veniva arricchito da due punti di vista differenti.

Il valore di questo riguarda la fruizione di materiale autentico in modo facilitato che non ne alteri l’autenticità. Inoltre, permette di acquisire dimestichezza con un certo tipo di linguaggio e di arricchire il proprio lessico su ambiti diversi.

E tu? Com’è la tua esperienza con i giornali in tedesco? Se ti va, raccontalo in un commento!

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La grammatica
101 Il genere
102 Gli articoli
103 I pronomi personali
104 Il verbo essere
105 Il verbo avere
106 La coniugazione dei verbi
107 I verbi separabili
108 Le domande
109 Gli aggettivi possessivi
110 Gli aggettivi
111 La negazione
112 Il plurale
113 Il presente dei verbi irregolari
114 Gli aggettivi dimostrativi al nominativo
115 Le preposizioni di tempo, posizione e direzione
116 L'ordine delle parole
117 I verbi modali
118 L'imperativo
119 L'accusativo
120 I verbi e le preposizioni per accusativo
   
Esercizi
101 Il genere
102 Gli articoli
103 I pronomi personali
104 Il verbo essere Sein
105 Il verbo avere
106 Il presente dei verbi regolari
107 I verbi separabili
108 Le domande
109 Gli aggettivi possessivi
110 Gli aggettivi

Il vocabolario
101 I numeri
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108 Le domande
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Esercizi di ascolto
101 Il genere
102 Gli articoli
103 I pronomi personali
104 Il verbo essere / sein
105 Il verbo avere / haben
106 Il presente dei verbi regolari
107 I verbi separabili
108 Le domande
109 Gli aggettivi possessivi
110 Gli aggettivi

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