Le esperienze all’estero sono fondamentali quando si vuole imparare una lingua straniera. Spesso, però, le persone fanno fatica a partire per vari motivi: legami di lavoro, legami affettivi… e anche un po’ di paura. Per questo ho deciso di condurre una serie di interviste a italiani che vivono all’estero, per capire da vicino come funziona. Oggi ascoltiamo l’esperienza di Valentina con la Germania e con la lingua tedesca.
Quando ti sei trasferita in Germania e cosa ti ha spinta a farlo?
Allora, mi sono trasferita in Germania alla fine di ottobre 2015 dopo aver concluso i miei studi universitari. Ho sempre pensato (e sono tuttora convinta) che l’esperienza lavorativa professionale all’estero abbia un valore aggiunto molto importante nell’ambito di una carriera. La mia idea era quindi quella di intraprendere un’esperienza professionale all’estero e ho optato per la Germania per diversi motivi. Innanzitutto perché la Germania era, ed è tuttora, il Paese europeo migliore dal punto di vista economico e quindi ho pensato che fosse la destinazione più adatta per fare un’esperienza lavorativa. Il secondo motivo è la lingua tedesca, che mi ha sempre affascinata e non so spiegare il perché… Non è razionale, però è sempre stato così fin da piccola. Inoltre, avendo già conosciuto Heidelberg, dove appunto mi sono trasferita, ho capito che era la città di cui mi sono innamorata. Non parlo solo di Heidelberg dal punto di vista in generale del lavoro, ma proprio per chi vuole lavorare in ambito biologico e medico, o in ambito di ricerca scientifica. Per questi indirizzi, Heidelberg è una delle migliori destinazioni a livello europeo.
Parliamo della lingua tedesca. Quanto tempo hai impiegato a capire e farti capire?
Allora, premetto che io sono arrivata in Germania sapendo già la lingua tedesca e su carta avevo un livello C1, che è comunque un livello molto avanzato. Nonostante questo, non è stato sempre facile capire e farsi capire, perché ovviamente è un’altra cosa quando si impara la lingua a scuola oppure si fa un esame che determina il livello di conoscenza di una lingua. È molto diverso parlarla nella quotidianità. Soprattutto, ho fatto parecchio fatica in un laboratorio: non tanto a capire, quanto a farmi capire! Ci ho messo un po’ perché comunque nella zona del Baden-Württemberg, dove si trova Heidelberg, la parlata è diversa rispetto a quella della lingua “standard” che viene insegnata a scuola. Ci ho messo tanto a farmi capire anche perché la lingua tedesca presenta una struttura, cioè la struttura della frase, molto più rigida rispetto alla lingua italiana. Se in italiano le parole si possono mettere giù più o meno come si vuole, ecco in tedesco bisogna comunque rispettare delle regole precise, quindi non è così facile pensare contemporaneamente alla grammatica e a quello che si vuole dire.
Secondo la tua esperienza, qual è il modo migliore per imparare una lingua straniera come il tedesco?
Secondo me è quello di ascoltarla e parlarla, nel senso che ascoltando una lingua (quindi essendo, diciamo, immersi nelle parole di una lingua) ci si circonda delle parole in una determinata lingua e, secondo me, il nostro cervello finisce con assorbirle. Penso che il nostro cervello sia veramente un po’ come una spugna o perlomeno lo è secondo la mia esperienza. Faccio un esempio: quando sono arrivata qua in Germania, sapevo molto bene l’inglese e mi sono accorta, i primi mesi, di non riuscire più a parlare inglese perché ero completamente circondata dal tedesco. Ero talmente “bombardata” da parole in tedesco che – anche quando parlavo in inglese – prima di tutte, le parole che arrivavano alla mia mente erano in tedesco. Un giorno ho dovuto fare un test, cioè un esame di inglese per prendere la certificazione e mi sono detta “Oddio, come faccio adesso a parlare inglese?” e quindi ho usato la tattica di ascoltare la radio in inglese mentre cucinavo, mentre facevo altre cose. In realtà non prestavo assolutamente attenzione a quello che veniva detto alla radio, semplicemente la tenevo in sottofondo e questo sottofondo (di nuovo, questo “bombardamento” di parole in inglese) mi ha aiutata a riprendere in mano, cioè a riprendere dimestichezza con la lingua inglese.
E…non so, mi è successa una cosa simile anche con lo spagnolo, che ho ripreso dopo tanti anni grazie a un corso online (tra l’altro organizzato proprio da questa scuola, NativeSpeakerTeachers.com!) e durante le lezioni con l’insegnante ho fatto una fatica enorme a parlare, perché le parole mi venivano in tedesco. Eppure, quando sono stata tre giorni a Barcellona sembrava tipo come un miracolo! Riuscivo a parlare perfettamente (no, ok, perfettamente no però comunque con molta più dimestichezza) lo spagnolo proprio perché ero inserita nello spagnolo.
E poi c’è un’altra cosa che vorrei dire. Insomma, secondo me si deve proprio prendere dimestichezza con quella che è la meccanica della nostra bocca, quando parliamo una determinata lingua. In particolare per il tedesco, che per un italiano è una lingua che ha dei suoni molto diversi, penso che leggere sia molto importante però penso anche che lo step successivo sia davvero quello di parlare oppure leggere ad alta voce perché bisogna appunto prendere dimestichezza con la pronuncia e i movimenti della nostra bocca.
Un consiglio spassionato per chi vuole imparare “bene” il tedesco?
Come consiglio spassionato per imparare bene una lingua, penso al trovare una persona che parli solo ed esclusivamente quella lingua o comunque con cui non si hanno in comune altre lingue a parte quella che si vuole imparare. Perché è questo il modo più efficace che si possa trovare, altrimenti succede come quando ero a scuola alle superiori e, durante l’ora di tedesco, ovviamente facevamo esercizi di conversazione in tedesco, ma tra compagni di classe italiani era facile aiutarsi con la traduzione o la costruzione della frase in italiano, quando non ci veniva in mente una parola in tedesco. Quando poi sono arrivata qui in Germania, mi sono trovata a parlare – per esempio – con le tecniche di laboratorio che non sapevano l’inglese e mi dovevo far capire in tedesco. In questo modo ho imparato! Cioè, ovviamente, all’inizio facevo dei discorsi con poco senso: mi capitava di inventarmi le parole o magari di creare una struttura della frase allucinante (ahah!), però, poi – pian pianino – anche con l’aiuto proprio dell’altra persona che magari mi correggeva, sono migliorata. Anche se devo dire che i tedeschi lo fanno molto raramente, dico correggerti, perché sono contenti se l’altra persona parla la loro lingua perché sanno che è difficile e quindi non si azzardano a fare commenti o correzioni. Per me è un po’ frustrante, perché ovviamente se non si viene corretti non si impara, però appunto anche attraverso l’interazione con l’altra persona in quella lingua si impara a essere forzati a parlare solo quella lingua. Ribadisco che è importante non avere alternative, perché altrimenti si finisce che per comodità si passa all’alternativa e non si non si imparerà mai la lingua che si vuole imparare.
Ringrazio Valentina Fermi per essersi prestata a rispondere alle mie domande. Se vuoi, puoi lasciarle un commento qui oppure la puoi trovare su LinkedIn.
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