Imparare una lingua straniera non è solo una questione di parole. Una lingua, infatti, racconta anche un mondo, il mondo che l’ha resa quella che è, plasmandola con il passare degli avvenimenti storici più importanti e delle persone che hanno fatto la sua storia. Ecco, oggi vorrei raccontarti i 5 personaggi di che hanno fatto la storia della lingua tedesca… Li conoscevi tutti?
Georg Wilhelm Friedrich Hegel
Cominciamo da Hegel, che nasce il 27 agosto 1770 a Stoccarda, in Germania, e oggi viene spesso considerato il più grande filosofo di tutti i tempi. La dialettica di Hegel ha infatti influenzato il pensiero che oggi caratterizza la tradizione filosofica occidentale. E, come tutti i grandi innovatori, non ha mancato di inventare delle parole che esprimono concetti spesso difficili da tradurre letteralmente. Aufheben o Aufhebung è la parola tedesca che Hegel adopera per indicare il procedimento della dialettica che, al contempo, conserva e mette via ciascuno dei suoi momenti. Il termine fatica a trovare un corrispettivo in italiano: perlopiù si ricorre a “toglimento” o a “superamento”.
Hanna Arendt
Hanna Arendt nasce il 14 ottobre 1906 a Linden – Mitte, Hannover, in Germania, ma muore a New York il 4 dicembre 1975. Fu infatti costretta a emigrare negli Stati Uniti a causa delle sue origini ebraiche. Filosofa, giornalista e docente universitaria è diventata famosa per il suo libro “La banalità del male” (titolo originale: Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil) scritto in seguito alla sua partecipazione al processo a Adolf Eichmann, accusato di gravissimi crimini nazisti. La tesi rivoluzionaria di Arendt, talvolta fraintesa, consiste nella consapevolezza che il nazismo non sia stato un errore della storia, bensì un evento coerente con la direzione in cui la storia stava andando. Nei totalitarismi, infatti, l’essere umano viene allontanato dalla realtà e diventa sempre più un ingranaggio di un meccanismo il cui funzionamento non implica le idee e porta alla deresponsabilizzazione delle azioni. Il pericolo segnalato da Arendt è che chiunque potrebbe diventare come Eichmann in una società alla deriva.
Johann Wolfgang von Goethe
Torniamo indietro di qualche secolo, fino al 1749. Siamo a Francoforte sul Meno ed è qui che nasce Johann Wolfgang von Goethe, il futuro poeta, drammaturgo, filosofo nonché inventore del concetto di Weltliteratur, cioè “letteratura mondiale”. L’influenza di Goethe sulla letteratura occidentale fu incisiva, basti pensare a quanto “I dolori del giovane Werther” (1774) contribuì alla realizzazione delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo. Il lavoro di Goethe fu capitale perché portò a un profondo mutamento della sensibilità europea verso tematiche legate alla sensualità e alle emozioni. Pochi sanno che Goethe fu anche uno scienziato profondamente attratto dallo studio della natura, attraverso un approccio che considerava scienza e arte profondamente legate l’una all’altra.
Hermann Hesse
Hermann Hesse nasce a Calw, in Germania, il 2 luglio 1877 e oggi è considerato tra gli scrittori di lingua tedesca del XX secolo più letti al mondo. La sua immensa produzione poetico-letteraria include titoli che sono stati tradotti in più di 60 lingue, tra cui in italiano si ricorda “Siddhartha” (1922). Hesse, che visse entrambe le Guerre Mondiali, soffrì di costituzione fragile e durante la vita dovette affrontare numerosi turbamenti, che lo portarono in cura presso il famoso psicanalista Jung. Non smise mai di lavorare, diventando anche un rispettato pittore di acquerelli con i quali dipingeva le copertine dei suoi stessi libri. La sua opera toccò temi politico-sociali, critici nei confronti del capitalismo e a favore della pace. Nel 1946 Hermann Hesse ricevette il premio Nobel per la letteratura.
Franz Kafka
Chi studia letteratura tedesca non potrà certo evitare di leggere Franz Kafka che ne “La Metamorfosi” (Die Verwandlung in tedesco) vede il suo libro più famoso. Ma forse pochi sanno che Kafka è originario di Praga, che gli diede i natali nel 1883. Nacque infatti nei territori dell’Impero austro-ungarico, divenuti Repubblica cecoslovacca a partire dal 1918. Kafka ha profondamente influenzato il mondo della letteratura attraverso una scrittura che è stata definita “esistenziale” poiché, attraverso l’uso di allegorie come quella dello scarafaggio, racconta i turbamenti dell’animo umano come l’angoscia e il senso di isolamento (Die Isolierung). Questa stessa opera è stata interpretata anche come una forma di denuncia sociale della condizione dell’ebreo che viene considerato diverso e la sua impotenza nei confronti della società discriminatoria.
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